“È la vita, molto più che il diritto, che è diventata la posta in gioco delle lotte politiche, anche se queste si formulano attraverso affermazioni di diritto. Il ‘diritto’ alla vita, al corpo, alla salute, alla felicità, alla soddisfazione dei bisogni, il ‘diritto’ a ritrovare, al di là di tutte le oppressioni o alienazioni, quel che si è e tutto quel che si può essere, questo ‘diritto’ così incomprensibile per il sistema giuridico classico, è stato la replica politica a tutte queste nuove procedure di potere che, a loro volta, non partecipano del diritto tradizionale della sovranità”. Michel Foucault è stato uno dei più sottili studiosi delle forme di potere nelle società moderne. La sua genealogia delle tecnologie politiche ci ha offerto una magistrale descrizione dei meccanismi attraverso i quali gli individui sono sottoposti ad un costante processo di assoggettamento che ne normalizza gli impulsi e ne modella la materia biologica. Tale diagnosi, tuttavia, non è ispirata da un cupo pessimismo oltre il quale non si scorgono vie d’uscita. Se il soggetto è per Foucault sempre costituito, plasmato da determinati dispositivi di sapere/potere, esso è anche in grado di mettere in moto un processo di soggettivazione che rappresenta una forma di resistenza e d’insurrezione contro i poteri di normalizzazione. Potere e resistenza sono dunque inscindibilmente connessi nel processo attraverso cui gli uomini tentano di modellare la loro forma di vita, solo che la possibilità di pensarli passa attraverso un rinnovamento del nostro immaginario politico e giuridico. Il presente volume, oltre ad offrire una mappa per orientarsi nel pensiero politico di Michel Foucault, analizza criticamente il vasto repertorio concettuale su potere, diritto e politica che la sua ricerca ci ha consegnato, cercando di illustrare il senso della sfida teorica lanciata alla filosofia e alla sociologia contemporanee: è possibile pensare potere e resistenza senza ricorrere alle categorie politiche e giuridiche della modernità?
(Mimesis Edizioni, Milano, 2011)