8.5.11

Deleuze - Foucault (Cronopio, Napoli, 2002)


"(...) Nel 1983 ritorno in Francia dopo una lunga carcerazione in Italia. Riprendo contatto, proprio nel periodo che sta attorno alla morte di Foucault, con Deleuze. Con lui discuto a lungo di Foucault, superando le reticenze che nei confronti di Foucault erano proprie dei più diretti collaboratori ed amici di Deleuze. Respiro quindi da vicino l’aria di quel capolavoro (non di storia della filosofia – avete visto mai qualcuno che da quell’orrida disciplina fosse più lontano di Foucault e di Deleuze? – ) di letteratura e di condivisione spirituale che fu il suo libro "Foucault". Esso rappresentò il definitivo superamento di quella impasse fra “soggettività senza oggetto” e “struttura senza soggetto” della quale abbiamo già descritto la topografia in Foucault (e che andrebbe ripercorsa come risultato di una “perdita d’identità” della filosofia francese a partire dagli anni ’50) – quel superamento che non è "Aufhebung", che non ha nulla di dialettico (“il tema dell’universale mediazione è ancora una maniera di elidere la realtà del discorso”) ma che è un oltrepassamento definitivo della tradizione dello spiritualismo francese che sull’individuo-soggetto stringe la verità, sull’amore rattrappisce l’azione e nella psicologia annulla la positività dell’esistenza. In effetti, ben prima di raccontare la storia dell’incontro fra l’episteme e la sua innovazione, Deleuze ne aveva offerto il dispositivo a Foucault. Per questo, ora, poteva parlarne con tanta pertinenza. Quanto a noi, per ottenere l’insieme del quadro di questo formidabile oltrepassamento della tradizione filosofica francese – compiuto dal suo interno e per prendere coscienza di quell’ “inveramento” egemonico sul terreno non solo europeo della filosofia che Foucault e Deleuze le permisero – dovevamo ancora attendere la pubblicazione dei corsi foucaultiani al Collège de France. Avevamo comunque compreso che, se il secolo ventesimo era divenuto deleuziano, il ventunesimo sarà foucaultiano. (...) "


Parzialmente tratto da Antonio Negri: "Quando e come ho letto Foucault", articolo rintracciabile su Uninomade - http://uninomade.org/quando-e-come-ho-letto-foucault-2/