8.9.15

Dromologia, dunque, Logica della Velocità - Parte IX - Recensione del libro "Gli algoritmi del capitale" (curato da Matteo Pasquinelli)

Dromologia, dunque, Logica della Velocità



Un primo compito necessario potrebbe essere il seguente: costruire un lessico appropriato e un vocabolario condiviso di concetti politici e filosofici derivanti dalle analisi collettive di coloro che si riconoscono nell’area del pensiero accelerazionista. Se tale pensiero si concentrasse sui principi e sui concetti sui quali poggia la fisica, la matematica e la cibernetica, sviluppandoli e articolandoli in modo consono alle contingenze politiche determinate dalla governance algoritmica dell’economia di mercato e dallo sviluppo imperioso della tecnologia, le concezioni di spazio, tempo, singolarità, collettività e le leggi della politica ne uscirebbero profondamente rinnovate, esattamente come successe, citiamo a puro titolo d’esempio, nelle riflessioni svolte tra il XIII e XIV secolo da filosofi europei quali Nicola Oresme, Giovanni Buridano, Richard Swineshead e Thomas Bradwardine. In particolare, la scuola cosiddetta «mertoniana», ebbe il merito di formare analisi e concetti, d’avanguardia per l’epoca, relativi ai linguaggi dei limiti, dell’infinito, del continuo, dell’incremento e del decremento. Si tratterebbe, riprendendo quella nobile volontà di ricerca e di analisi espressa dai «mertoniani» e dalla «nuova fisica» trecentesca, di dare consistenza politica e filosofica - e al suo limite estremo, di disegnare i tratti di una nuova ontologia per il rapidissimo me - a queste nuove aree speculative legate ai nuovi campi di forze materiali. Si potrebbe utilizzare, ampliare e torcere, a questo proposito, la nota definizione di dromologia di Paul Virilio. La dromologia è quella neo-scienza che - secondo le teorie dell’urbanista francese - si occupa della ‘logica della velocità’. Utilizzando inoltre il suggerimento che Antonio Negri offre nel suo saggio Riflessioni sul “Manifesto per una politica accelerazionista”, occorrerebbe  sancire la distinzione politica tra «velocità» e «accelerazione», ovvero tra ‘processo sperimentale di scoperta e creazione all’interno dello spazio di possibilità determinate dal capitalismo stesso', e velocità intesa come quantità «pura» intensiva, immanente a ogni progetto di potere. Virilio, viceversa, da grande catastrofista qual’è, vede la velocità irrazionale del capitale con l’intrinseco portato dell’Incidente o della Catastrofe. Ovvero l’interruzione della velocità turbinosa del capitale, o dello Stato-Mondo, avviene con la crisi improvvisa e violenta dello Schianto, del Crollo, del Cataclisma, dell’Evento Eccezionale che è già interiorizzato nell’automazione e nella governance algoritmica. Fatalismo tecnologico, si potrebbe dire, ben lontano dal determinismo economico epistemico marxiano che vedremo più avanti. In ogni caso, nulla parrebbe fermare il processo entropico del capitale. Si potrebbe asserire che il suo carattere distruttivo sia uno dei poli dell’assiomatica del capitale, polo Mad-Max potremmo definirlo, il che ci riconduce al catastrofismo sotto traccia degli accelerazionisti e alla loro volontà di palingenesi. Forgiatori di processi fotonici così ultra-veloci da infrangere il muro del suono.
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(Nota dell'editore: il testo completo si compone di 22 paragrafi che verranno pubblicati giorno per giorno, a partire dal 31 agosto 2015. Il titolo del breve saggio/recensione è Dromologia, bolidismo e accelerazionismo marxista. Frammenti di comunismo tra al-Khwarizmi e Mach)



Picblog: Euthanasia Coaster by Julijonas Urbonas: Challenging the physical and psychological limits of the human body, this speculative design is intended to slowly ascend 1,700 feet into the air before launching passengers down seven loops at a mind-boggling speed of 330 feet per second. The roller coaster aims to give its riders a diverse range of experiences from euphoria to thrill, tunnel vision to a loss of consciousness and, eventually, to the end result: death.