31.7.11
Enrico Redaelli - L'incanto del dispositivo. Foucault dalla microfisica alla semiotica del potere
Per tradizione, l'esercizio critico ha sempre avuto di mira l'emancipazione del soggetto, la sua liberazione dai vincoli del potere. Ma, a partire da Foucault, la riflessione teoretico-politica ha profondamente ridisegnato i rapporti tra soggetto, potere e critica delineando un quadro problematico che costituisce oggi uno dei temi al centro del dibattito filosofico.
Che cos'è un dispositivo? In che modo la storicità produce soggettivazione? La pratica «parresiastica» e le «tecniche del sé» si sottraggono alle reti di sapere-potere o ne sono anch'esse segnate? Cosa rende possibile il carattere «universalizzante» e «individualizzante» della governamentalità?
Questi e altri nodi teorici sono oggetto d'indagine del presente libro, che alterna pagine dedicate a un serrato confronto con Foucault, mettendone a frutto ambiguità e aporie, a pagine in cui viene delineata una genealogia del potere e della critica nei loro rapporti con le pratiche di scrittura, dalla civiltà mesopotamica all'antica Grecia. Proprio nelle oggettivazioni e nelle soggettivazioni prodotte dal dispositivo della scrittura vengono infatti rintracciate, dall'autore, tanto le condizioni di possibilità del potere disciplinare e biopolitico, quanto la genesi dell'atteggiamento critico. Emergono così i lineamenti di una «semiotica del potere» in cui lo stesso sguardo genealogico è problematicamente coinvolto.
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