31.10.11

Primi refoli d'inverno (parte seconda) - Il paradosso delle serpi in seno nelle cattedre umanistiche

             (Gli apostoli di Toni Negri - particolare - dipinto anonimo del XXI secolo)
                                  
(...) Da punti di vista diversi, o perfino diametralmente opposti, De Mauro, Howard Bloch, gli apostoli di Toni Negri e, in un contesto filosoficamente assai più raffinato, Citton perseguono in realtà strategie convergenti: volte a preservare uno spazio alla letteratura e alla filosofia all’interno di una logica utilitaristica. Si inseriscono cioè – più o meno inconsapevolmente – in quel filone di studi umanistici “post-critici”, le cui basi teoriche sono state gettate, fra gli altri, da Bruno Latour, partendo dalla constatazione di un paradosso insostenibile, discusso da Yves Citton in un altro libro sulle sorti dei saperi umanistici (molto più importante di quello di Nussbaum e per ora non tradotto in italiano: il che aprirebbe un discorso sulle strategie di mercato degli editori italiani: anche di quelli, come il Mulino, capaci in genere di garantire un livello di qualità elevato), L’avenir des humanités. Économie de la connaissance ou cultures de l’interprétation (La Découverte, Paris 2010): e cioè dalla constatazione della «schizofrenia di un’intera generazione di professori universitari nutriti di Bourdieu, Foucault e Deleuze che tentano […] di condurre una critica radicale della disciplinarità accademica a partire dalla posizione altamente istituzionalizzata e disciplinare di una cattedra accademica». Con il risultato «paradossale» di produrre «studi umanistici critici che acquistano in seno alle università una posizione maggioritaria che gli permette di promuovere un certo antiumanesimo».


Read more: Leparoleelecose.it (estratto parziale dell'articolo di Pierluigi Pellini)

Primi refoli d'inverno (prima parte) - Ciarpame intellettuale e marxisti ratzingeriani






(...) In un suo libro come sempre graffiante, che sta per uscire in Italia per i tipi diLindau, “Del buon uso del pessimismo”, il filosofo inglese Roger Scruton dedica alla “maoista” Julia Kristeva e ad altri maestri del ‘68 – tra i quali Philippe Sollers che è suo marito – righe di questo tenore:
“Sulla scia di Althusser un fiume di linguaggio pomposo fluì dal ventre della storia, che all’epoca si trovava nella rivista di sinistra ‘Tel Quel’. Questa rivista pubblicava saggi di Derrida, Kristeva, Sollers, Deleuze, Guattari e un altro migliaio di autori, tutti creatori di ciarpame intellettuale, del quale si capiva chiaramente solo un aspetto, vale a dire la sua qualità di ’sovversione’ rivoluzionaria. Il loro stile vaticinante, in cui le parole vengono scagliate come incantesimi piuttosto che utilizzate come argomentazioni, ispirarono innumerevoli imitatori nelle facoltà umanistiche di tutto il mondo occidentale. [...] Scrittori come Derrida, Kristeva e i loro successori più recenti come Luce Irigaray e Hélène Cixous dovrebbe essere letti semplicemente come militanti di sinistra. E le loro sciocchezze, riportate nelle note e nelle bibliografie di migliaia di riviste accademiche – fra le quali la più importante è la ‘Modern Language Review’ – sono state depositate in quantità degne di Augia su ogni possibile spazio disponibile dei programmi di studi. Il risultato di questo sforzo concertato di rendere inespugnabile la posizione di sinistra è stato un disastro intellettuale, paragonabile all’incendio della biblioteca di Alessandria, o alla chiusura delle scuole della Grecia”.


(blog Settimo Cielo/L'Espresso)Read more

29.10.11

Sulla verità - Michel Foucault


(...) Adotterò un punto di vista che probabilmente vi sembrerà troppo lontano, e che non è nemmeno storico, bensì quasi etnologico. Comincerò dicendo quanto segue: credo che, in realtà, l’idea secondo cui la verità sarebbe universale, eterna, che vi sia verità ovunque e sempre, e che dappertutto attorno a noi la verità incomba, ci attenda, sia presente in silenzio, passiva e addormentata, aspettando il momento in cui getteremo lo sguardo su di essa e infine la risveglieremo, l’idea che la verità e l’universale coincidano, sia un’idea da filosofi, dunque un’idea da studiosi che ha avuto corso lungo l’intera storia di quello che potremmo chiamare il nostro imperialismo culturale.
E tuttavia se consideriamo la trama, la fibra della nostra società, della nostra civiltà, delle nostre istituzioni, ci accorgiamo che in fondo abbiamo sempre, anche in uno stadio avanzato, delle tecniche, dei rituali, delle istituzioni che hanno la funzione di determinare, di isolare momenti specifici o luoghi differenziati, a partire dai quali la verità potrebbe infine rifulgere: come se, alla fin fine, la verità non fosse propria di ogni luogo, né di ogni tempo, ma dovessero esserci luoghi in cui la verità esplode e appare, momenti in cui la verità può essere colta, momenti in cui viene alla luce.
Esiste dunque tutta una geografia culturale della verità. E c’è nelle nostre società, o per lo meno c’è stata, nella società, una geografia delle sedi profetiche. I filosofi greci si chiedevano perché, appunto, si ritenesse che la verità dovesse parlare a Delfi e, dopotutto, noi abbiamo ancora, nelle chiese e nelle università, dei luoghi che chiamiamo “cattedre”, da cui si suppone che la verità parli. Anche la cella del monaco, l’isolamento monastico, costituivano a loro volta una modalità di predisporre un determinato luogo geografico in cui la verità avrebbe potuto prodursi. C’è stata inoltre una sorta di cronologia della verità.(...) - Michel Foucault

Tratto da Aut Aut n.351, 2011, pg. 91-92: Trascrizione (parziale)della conferenza tenuta da Foucault a Montréal il 9 maggio 1973, nel quadro del colloquio organizzato da Henri F. Ellenberger dal titolo “Faut-il interner les psychiatres?”. Si tratta della trascrizione della registrazione della conferenza, di cui non esiste una versione scritta. La prima versione del testo francese è recentemente apparsa in “Cités”, fuori serie, 2010; una seconda versione è apparsa nel recente “Cahier de l’Herne” dedicato a Foucault e pubblicato nel febbraio 2011.


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28.10.11

Semiotext(e) WANTS YOU ! - Schizo-Culture Conference, 13-16 november 1975, Columbia University, NYC, USA.



SEMIOTEXTE is looking for testimonies of people who attended  the SCHIZO-CULTURE Conference organized at Columbia University (NYC) in 1975 for an upcoming book.
It will include the texts of all the lectures and panels and a detail account of the events.

Please send your contact info to: Hedi El Kholti: hedi@semiotexte.com


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27.10.11

Thousand Machines - Gerald Raunig (Semiotext(e), 2010)



A Thousand Machines

A Concise Philosophy of the Machine as Social Movement


Gerald Raunig



In this “concise philosophy of the machine,” Gerald Raunig provides a historical and critical backdrop to a concept proposed forty years ago by the French philosophers Félix Guattari and Gilles Deleuze: the machine, not as a technical device and apparatus, but as a social composition and concatenation. This conception of the machine as an arrangement of technical, bodily, intellectual, and social components subverts the opposition between man and machine, organism and mechanism, individual and community.

"It is to Gerald Raunig's great credit that his essay reintroduces the concept of the machine as defined by Deleuze and Guattari; he examines it against the background of Marxist tradition, which has been articulated most innovatively in post-operaism. His work shows the possible intersections and continuities, but also points to discontinuities between these two theories which have evolved at markedly different periods." --Maurizio Lazzarato


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Divenire spontaneo - Deleuze e Guattari, Spinoza ed alcuni intercessori orientali - di Saverio Caponi


Saverio Caponi è nato nel 1969 a Firenze, città dove vive e lavora. Laureato in Filosofia con una tesi su “Gilles Deleuze e la storia della filosofia”, si è successivamente interessato, alternativamente, a questioni di epistemologia inerenti al rapporto tra filosofia e scienza, e a riflessioni nate dallo studio del pensiero orientale e della filosofia comparativa. Fa parte del “Gruppo Quinto Alto” che svolge attività culturale, di studio e di ricerca a Firenze. Sulla rivista Millepiani sono apparsi alcuni suoi interventi ispirati al pensiero di Gilles Deleuze. Attualmente si sta dedicando allo studio del pensiero di Gilbert Simondon.

Alice nel paese delle meraviglie - Compagnia Aterballetto - Reggio Emilia 6 novembre 2011



TEATRO ARIOSTO
Domenica 6 novembre, ore 20.30
Lunedì 7 novembre, ore 20.30



"Reggioemiliadanza"

coreografia, regia e scenografia di Francesco Nappa
liberamente ispirata all’omonimo racconto di Lewis Carrol
musiche David Byrne, Robert Moran, John Lurie, Michael Torke eseguite da Balanescu Quartet
creazioni video Gilles Papain 
costumi Santi Rinciari
luci Carlo Cerri
produzione Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto

"La scelta di portare in scena Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carrol in forma di balletto, è motivata dall’interesse che questa storia continua a suscitare grazie al forte ed intrinseco simbolismo e alla sua strutturale dialettica fra senso e non-senso, fra piano reale e piano onirico cioè fra alcune delle componenti essenziali che intervengono nella costruzione della nostra identità, specialmente durante l’adolescenza. 
Si tratta quindi di un tema senza tempo che si rinnova da sè riempiendosi degli elementi di contemporaneità entro i quali di volta in volta gravita.
Allo stesso modo, trovo quanto mai attuale l’ambiguità che caratterizza l’interesse di Carrol per Alice: il desiderio sincero di trasmettere insegnamenti ma anche un sentimento d’amore mai esplicitato che nasconde tuttavia diverse ombre e la cui collocazione nella purezza dei sentimenti non è affatto scontata." (F. N.)


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25.10.11

Sidival Fila @ Ulisse Gallery Roma



Con la corporeità dello spazio e con la sua tensione verso l’infinito si confronta continuamente anche l’arte di Sidival Fila, che si autodefinisce “pittore informale”, e dell’arte informale conserva in effetti un amore profondo per l’intensità fisica della materia, al quale però unisce un’altrettanto profonda essenza strutturale, concettuale e spirituale . “Nessun taglio, stile Fontana – afferma l’artista – anche se lui è stato tra i miei ispiratori, con Burri e Manzoni. Le mie sono piuttosto introflessioni”. Infatti lepieghe sulle tele antiche e a grossa trama che Fra Sidival usa per realizzare le sue opere sono tra i suoi strumenti espressivi privilegiati. Gilles Deleuze, rileggendo Leibniz in un suo bellissimo libro (La piega. Leibniz e il barocco, tr.it. Einaudi, Torino 1990), ripercorre la sua “teoria del continuo”: ciò che non si frammenta in parti, ma si avvolge in un’infinità di pieghe. Questa materia-piega, che si curva infinitamente, e che ritroviamo nel lavoro di Sidival Fila, è la materia-tempo, ed è la materia-vita, per la sua struttura organica, quasi “muscolare”. Anche se si tratta di arte “astratta”, e le figure sono assenti, si è accompagnati dalla sensazione di una corporeità traslata: non visibilein figura, ma sensibile nel tattilismo, nella serpeggiante tensione tra sostanza materica e struttura volumetrica. E’ identità materia-percezione-pensiero, in una perenne circolazione di energia che lo sviluppo spaziale del colore, nelle sue infinite variazioni, rappresenta. L’intensità metamorfica del colore è rafforzata da fitte trame di fili che vanno a “ricucire” le pieghe, come se si trattasse di ferite originarie da sanare. Ferite, però, sottratte ad ogni lacerazione “espressionistica”, ed elevate a un’inattaccabile dimensione simbolica, anche grazie a una totalizzante esperienza spirituale e religiosa. Un dimensione in cui la concezione della materia come corpo e come carne non può prescindere dall’Incarnazione di Cristo come fondamento di tutta la storia dell’arte occidentale.
Intenso ed enigmatico, il lavoro di Fra Sidival sul rapporto corpo-materia-colore-spazio ci avvolge nel fascino della sua ambiguità tra pittura e scultura, tra superfici pittoriche che si moltiplicano e si dilatano all’infinito. L’artista ci invita a partecipare a un gioco ai confini tra il visibile e l’invisibile, l’evidenza e il segreto, trovando saldo fondamento in uno spazio “assoluto”, archetipico, ma contemporaneamente organico, legato alla terra e alle radici che in essa proliferano. Sensibile e malleabile, la tela è corpo vivo e vibrante, aperto alla realtà esistenziale e quotidiana, in cui si raccolgono e si confrontano le più delicate o violente sensazioni di luce-colore: la tela dà letteralmente “corpo” al colore, un corpo che si dilata e si contrae, a seconda del rarefarsi o del concentrarsi del colore stesso.


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Enki Bilal - 12 settembre





Casterman in collaborazione con Radio France ha pubblicato un libro sull'11 settembre intitolato 12 septembre: l’Amérique d’après. Il volume a cura di Pascal Delannoy e Jean-Christophe Ogier contiene fumetti, articoli, vignette e interviste.

I fumetti sono realizzati da Joe Sacco, Carlos Sampayo e José Muñoz e Jerome Charyn e Miles Hyman.

La copertina è disegnata da Enki Bilal.




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24.10.11

Mass Media Act o Enunciato Collettivo? Steve Workers vs Steve Jobs


Who is Steve Workers? Steve Workers is the faceless, ageless icon of all the exploited workers. He is not a man, he is a multitude of men and women. Steve Workers is the workers’ lucid, sharp, powerful rage. Steve Workers is the name behind which workers, students, immigrants, and every exploited human being, in any corner of the world, unite and fight to build a different future. Steve Workers is in every place people are fighting for their rights, for justice, for a better future. Follow the (new) leader !

Follow Steve Workers (the alternative leader) on this blog

Deleuze & Guattari: Millepiani pg. 139

22.10.11

Zizek live set @ Occupy Wall Street, Zuccotti Park, NY, 9th October 2011


(...) In una vecchia storiella dell’ex Germania Est, un operaio viene mandato a lavorare in Siberia. Sapendo che la sua posta sarà controllata dalla censura, dice ai suoi amici: “Concordiamo un codice: se vi scriverò usando l’inchiostro blu, vorrà dire che è tutto vero; se userò l’inchiostro rosso, vorrà dire che è tutto falso”. Dopo un mese i suoi amici ricevono la prima lettera, scritta con l’inchiostro blu: “Qui è tutto meraviglioso: i negozi sono pieni, c’è da mangiare in abbondanza, gli appartamenti sono grandi e ben riscaldati, al cinema danno film occidentali e ci sono tante belle ragazze pronte all’avventura. L’unica cosa che manca è l’inchiostro rosso”. Non è forse questa la nostra situazione? Abbiamo tutte le libertà che vogliamo, ma ci manca l’inchiostro rosso: ci sentiamo “liberi” perché non abbiamo un linguaggio capace di esprimere la nostra mancanza di libertà.
La mancanza di inchiostro rosso significa che i termini che usiamo oggi per indicare il conflitto – “guerra al terrore”, “democrazia e libertà”, “diritti umani” eccetera – sono falsi e mistificano la nostra percezione della situazione invece di aiutarci a pensarla. Voi, qui, state dando a tutti noi l’inchiostro rosso.


Testo completo sul blog Sentieri Erranti
Non siamo sognatori: articolo completo dell'intervento di Zizek su Internazionale
Noi non siamo sognatori @ liberazione
testo completo in inglese sul sito della casa editrice Verso

Interessante l'esperimento di Human Microphone da parte degli astanti per duplicare l'effetto delle parole di Zizek a coloro che, alle loro spalle, non riuscivano ad udire il discorso. Tra la ridondanza e la litania...


About Wall Street Human Microphone

 


The Guattari Effect - edited by Eric Alliez and Andrew Goffey (Continuum, Uk, 2011)


The Guattari Effect brings together internationally renowned experts on the work of the French psychoanalyst, philosopher and political activist Félix Guattari with philosophers, psychoanalysts, sociologists, anthropologists and artists who have been influenced by Guattari’s thought.

Best known for his collaborative work with Gilles Deleuze, Guattari’s own writings are still a relatively unmined resource in continental philosophy. Many of his books have not yet been translated into English. Yet his influence has been considerable and far-reaching. This book explores the full spectrum of Guattari’s work, reassessing its contemporary significance and giving due weight to his highly innovative contributions to a variety of fields, including linguistics, economics, pragmatics, ecology, aesthetics and media theory. Readers grappling with the ideas of contemporary continental philosophers such as Badiou, Žižek and Rancière will at last be able to see Guattari as the ‘extraordinary philosopher’ Deleuze claimed him to be, with his distinctive radical ideas about the epoch of global ‘deterritorialization’ we live in today, forged within the practical contexts of revolutionary politics and the materialist critique of psychoanalysis.



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Desiderio, Piacere, Potere. Tra Michel Foucault e Gilles Deleuze - a cura di Paolo Godani & Paolo Savoia - live set @ Tijuanaproject, Pisa, 19.04.2011



19/04/2011 - Foucault e Deleuze. Il dialogo tra questi due filosofi, tanto continuativo quanto non lineare, ci obbliga a leggerne sempre i punti di attraversamento, gli snodi concettuali da cui partono le rispettive linee di approfondimento.
Foucault e Deleuze differiscono nell'approccio e nello stile, la loro storia non è esente da rotture edivergenze, ma sicuramente non possiamo leggere uno dei due senza un costante riferimento all'altro.
Il dibattito intorno al tema della sessualità rappresenta uno dei tratti salienti del loro dialogo, e costituisce un punto di partenza imprescindibile per chi voglia approfondire lo studio delle tematiche di genere, oltre il femminismo classico.

21.10.11

Paolo Godani - Seminario Deleuze (live set 05.04.2011 Tijuana, Pisa)





Gilles Deleuze è uno dei filosofi più importanti del Novecento. Le sue opere sono tradotte in decine di lingue e pressoché integrale è la sua traduzione in italiano. Per noi, per l'esperienza di Tijuana, Deleuze non è un maestro, quanto piuttosto un compagno di viaggio, uno di quelli che sempre ci spinge a attraversare frontiere..

Paolo Godani - è precario della ricerca, uno dei tanti che resistono nell'università in dismissione. Ha già pubblicato "L’informale. Arte e politica, ETS, Pisa 2005" e "Bergson e la filosofia, ETS, Pisa 2008"

L'abecedario è articolato per concetti, inizia con la lettera «A» di «animale» e si conclude con la lettera «Z» di «zigzag». Tra queste, in successione alfabetica, stanno concetti quali «desiderio», «resistenza», «tennis», «viaggio» o filosofi quali «Kant» e «Wittgenstein». Per ogni lettera sta un'idea, un concetto, una folgorazione o una semplice passione del grande filosofo. Il risultato è una meravigliosa testimonianza di pensiero, un'incredibile ostinazione al pensiero. Le otto ore di conversazione sono proposte in 3 parti. Sono suddivise in 25 concetti chiave ai quali si può accedere per lettera o tramite una lista di argomenti. Poiché Deleuze finisce col parlare tanto di filosofia quanto di politica, di cinema o musica contemporanea, di sport o letteratura. Lo spettatore non può che restare ipnotizzato di fronte a tanto carisma, tanta limpidezza espositiva e tanta chiarezza di pensiero. E lo stesso Deleuze non presuppone in alcun modo che chi lo sta ascoltando e guardando sia uno specialista delle sue opere, un filosofo o anche solo uno studente. In quest’unica e ultima opera video egli consegna a tutti il proprio testamento filosofico. Poichè, come ha sempre sostenuto, la filosofia non si rivolge ai filosofi.



Martedì 5 Aprile - Presentazione di "Deleuze" (Carocci 2009) con l'autore Paolo Godani, a seguire proiezione della prima parte di "L'Abécédaire de Gilles Deleuze"

PROGRAMMA:

- 18.30. Presentazione del libro con Paolo Godani
- 20.00. Aperitivo musicale
- 21.30. Proiezione di "L'Abécédaire de Gilles Deleuze" sottotitolato in italiano



Audio Godani + info

20.10.11

Marco D'agostin - Viola - Off Balance Reggio Emilia 22 ottobre 2011



Marco D'AgostinViola

coreografia e interpretazione Marco D’Agostin 
musiche Ryoij Ikeda
montaggio musicale Giulia Bigi
luci Tiziano Ruggia

Vincitore del Premio del Pubblico e della Giuria - Gd’A Veneto 2010

Viola, il colore associato alla lunghezza d’onda più corta e alla frequenza più alta, il colore del doppio, della transizione ma anche della volontà di essere diversi e della carica erotica. In esso, la vitalità del rosso e l’intimità del blu. La forza che sprigiona: primitiva, violenta, istintiva.
‘Vìola’, la terza persona singolare del presente indicativo di violare, il cui significato centrale è quello di “andare oltre una soglia con un’azione di forza o illecita” e alla cui origine sta forse il termine latino ‘vis’, ovvero ‘forza’.
Viola, ragionamento sulla violenza del porsi e sulle sue conseguenze.

Fratelli Mancuso - Mari Notturni - Concerto democratico verticale 2 - Red + Rec Reggio Emilia 21 ottobre 2011



FRATELLI MANCUSO
Enzo Mancuso canto, chitarra, baglama, violino, ghironda, sipsy
Lorenzo Mancuso canto, chitarra, harmonium, darabouka, campana tobolare

Mari notturni

Navigare, sappiamo, navigare e mai approdare.

Nelle voci penetranti di Enzo e Lorenzo Mancuso si avverte il respiro solenne della storia con gli innumerevoli intrecci e avvicendamenti culturali che hanno avuto come teatro la Sicilia.
Attraverso le loro voci si rinnovano le fatiche, le miserie, l’eroismo, la creatività di una gente orgogliosa della sua terra.
Le canzoni dei Fratelli Mancuso parlano così di antiche tensioni e presenti indignazioni civili, di ataviche oppressioni e dell’eterno desiderio di libertà sulle rotte del nostro mare, il Mediterraneo.
Un mare sempre più al centro di una vicenda umana e politica in cui si consuma, ogni giorno, la tragedia di donne, uomini e bambini che annegano a pochi chilometri dalle nostre coste.
In equilibrio tra poesia e canto, tra più recenti suggestioni autoriali e un più antico grido che promana dalle viscere di arcaici repertori polivocali, Mari Notturni allestisce una sorta di laica via crucis contemporanea per raccontare con i versi e le voci dei Fratelli Mancuso, alcune, tra le storie del mondo degli extracomunitari, che più hanno colpito le coscienze civili.

Fawda Trio - Gnawa - Concerto democratico verticale 1 - Red + Rec Reggio Emilia 28 ottobre 2011



TEATRO VALLI (Sala degli Specchi)
Venerdì 28 ottobre, ore 18.30



Fawda Trio
Reda Zine voce e basso guembri
Fabrizio Puglisi fender rhodes
Danilo Mineo percussione

In collaborazione con Zyriab

L’incontro tra le antiche pratiche religiose dell’Africa centrale e il Sufismo nella cultura araba, diede vita all’usanza Gnawa, che si sviluppa su una musica ipnotica, molto ritmica, basata su una scala pentatonica. La musica Gnawa moderna è puro groove, è il suono basso e caldo del Guembri e una voce che fanno viaggiare. Guidato da Reda Zine, originario di Casablanca, il progetto Fawda naviga tra repertorio sacro e profano portando un patrimonio forte ma sempre aperto alle contaminazione.
Un incontro inedito nel paesaggio world jazz italiano e europeo, tra tradizione e innovazione sulla base di sonorità tra la musica Gnawa e il free jazz.



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Hommage à Pierre Boulez - Reggio Emilia - Red + Rec 12 ottobre 2011



Icarus Ensemble
Giovanni Mareggini, flauto - Luciano Cavalli, viola - Giacomo Baldelli, chitarra - Brian Archinal, vibrafono - Simone Beneventi, xilomarimba - Alessandro Carobbi, percussioni
Leonardo Zunica, pianoforte
Anna Radziejewska, mezzosoprano
Marco Angius, direttore

Johann Sebastian Bach, Das musikalische Opfer (L'Offerta musicale), selezione
Pierre Boulez, Douze Notations, per pianoforte
Pierre Boulez, Le Marteau sans maître (testo di René Char) per mezzo soprano e 6 strumenti

«La mia indole tende a costruire regole per avere, successivamente, il piacere di distruggerle.» 
(P. B.)

Un ritratto di Pierre Boulez attraverso la sua composizione più famosa, Le Marteau sans maître (1954), uno dei cardini della musica della seconda metà del XX secolo, un'avventura sonora abbacinante, costruttiva e poetica al tempo stesso; e le 12 Notations (1945) per pianoforte, fulminee ed energetiche. Dopo le devastazioni materiali e spirituali della guerra mondiale, la ricostruzione europea, il riannodarsi delle relazioni fra gli uomini, passò anche attraverso la musica, specialmente nei memorabili Corsi di Nuova Musica che si tennero a partire dal 1946 nella cittadina tedesca di Darmstadt, all'insegna di uno spirito di radicale innovazione dei linguaggi sonori in senso strutturalista. Boulez è portatore lucidissimo di tale spirito, non soltanto come compositore, ma anche come organizzatore, polemista e interprete.

La dialettica fra struttura ed espressione – oggetto di costante ricerca in Boulez – è alla base dell'accostamento/contrapposizione con Johann Sebastian Bach, essendo la Musikalische Opfer (Offerta musicale) uno dei luoghi bachiani in cui più efficacemente si attua il miracolo di tale sintesi.
L'Offerta venne scritta da Bach senza indicare la destinazione strumentale, il che offre l'occasione di “riempirla” di suoni nuovi, utilizzando l'organico bouleziano – voce, flauto, viola, xilofono, vibrafono, chitarra –, bizzarro a tutta prima, ma in effetti rispondente a un preciso piano di contiguità timbriche... un “offerta” a Bach, attraverso la lente di Boulez.

18.10.11

Utopia - nuovo ciclo di lezioni alla Fondazione Collegio San Carlo, Modena, ottobre-dicembre 2011

Da ottobre a dicembre sette lezioni sulla storia e sulla teoria di un modello filosofico e politico Si intitola "Utopia: storia e teoria di un'esperienza politica" il nuovo ciclo di lezioni del Centro Culturale della Fondazione San Carlo, in programma da ottobre a dicembre (alle ore 17.30, ingresso gratuito, informazioni al numero 059.421208). I sette appuntamenti saranno tenuti da Paolo Virno, professore di Filosofia del linguaggio all'Università di Roma Tre (7 ottobre); Michele Ciliberto, professore di Storia della filosofia alla Scuola Normale di Pisa (12 ottobre); Alberto Burgio, professore di Storia della filosofia a Bologna (21 ottobre); Dario Antiseri, professore di Metodologia delle scienze sociali alla LUISS di Roma (4 novembre); Antonello La Vergata, docente di Storia della filosofia all'Università di Modena e Reggio Emilia (11 novembre); Gabriella Turnaturi, professoressa di Sociologia a Bologna (18 novembre); Marcello Flores, professore di Storia contemporanea a Siena (2 dicembre). Nel corso del ciclo saranno discussi, in una prospettiva di lungo periodo, i principali nodi storici e teorici relativi alle diverse concezioni filosofiche, sociologiche e politiche del concetto di "utopia". La finalità principale del progetto mira a rivalutare la prospettiva dell'immaginazione politica - e delle categorie di contingenza, mutamento e libertà - per la definizione di nuove linee-guida di sviluppo politico, sociale e culturale condensate nell'immagine della "città perfetta". La riflessione avviata in questo ciclo sarà ulteriormente sviluppata nelle attività pubbliche - conferenze, seminari, workshop, rappresentazioni teatrali e videoinstallazioni - che il Centro Culturale organizzerà nell'intero anno accademico 2011/12.


approfondisci

Paolo Virno - L'animale umano e la logica del cambiamento - Fondazione Collegio San Carlo, Modena, 7 ottobre 2011

La ragazza indicibile - Teatro Storchi, Modena, 22.10.2011 - Virgilio Sieni (coreografo) & Giorgio Agamben (scrittura)



Lo spettacolo nasce dalle riflessioni sul mito di Persefone-Kore sviluppate da Giorgio Agamben nel saggio La ragazza indicibile.
Un lavoro sull'anima della figura femminile, sul mito ancestrale della fanciulla.
Giorgio Agamben parte dall'affascinante mito di Kore, fanciulla rapita da Ade, dio dell'oltretomba, che la portò negli inferi per sposarla contro la sua volontà, e identificata nel culto pagano come la dea responsabile dello scandirsi delle stagioni sulla terra.
Un itinerario, un viaggio nei miti legati all'anima femminile fino ad arrivare alle visioni della contemporaneità.
Kore è l'emblema di quella "indicibilità" che appartiene ai misteri rivelati agli iniziati, verità incomunicabili con proposizioni, con il logos, essa incarna la conoscenza suprema e la visione misterica, ed è quindi, con essa, "indicibile".
Kore è la "fanciulla divina" e l'indeterminatezza della sua figura tende ad annullare la soglia tra la donna e la bambina, la vergine e la madre, l'animale e l'umano, e tra quest'ultimo e il divino.

Sei danzatrici guardano alla strada dell'ascolto cercando di trarre il silenzio dal vociferare di immagini.
Sono bambine e anziane allo stesso tempo, tenui e contratte, forza vitale che non esita a rendersi buffonesca in questo danzare via i gesti dal corpo. Attraversano prove sul mutismo, il toccarsi, il donarsi giocando tra loro ad alleggerire lo spazio, al gioco del vuoto che irrora sangue e energia nell'umano.
Cercherò qui di tornare primitivamente alla danza come corpus poetico interiore che guarda all'oggi con la gioia infinita dell'origine e il farsi della figura dinamica tra l'intimità e l'altro. Tutto cerca un passaggio intimo tra creazione e perdita del gesto.
La trama riconduce i fatti dentro al corpo come un dialogare silenzioso: fuoriescono dunque le forme, le figure, le declinazioni fisiche e le dinamiche che accennano e infine si compongono in fraseggi danzati, giocati attraverso una partitura di cesure. Queste cesure rappresentano la soglia dove le donne si danno alla danza organizzando un toccarsi coreografato che richiama all'istinto, al cogliere la risonanza con l'altro, al farsi eco e tramite di un vivente della pelle.
Vivere la coreografia come perdita e nascita, lampi di intuizione organizzati in movimenti destinati a sparire ma ricchi di intimità, di un fare primitivo lontano dal corpo dell'oggi, di un dialogare per gesti che trae dall'altro le minute sensazioni che deflagrano nel gesto.
Insieme le sei danzatrici costruiscono il loro mistero che in ogni attimo appare per quello che è: un corpo che si dona alla dinamica di cellule che si trasmettono le declinazioni dell'intuito per unirsi nella forma della dinamica.
Virgilio Sieni


Alexander Balanescu & Pippo Delbono - Amore e Carne - Carpi, Teatro Comunale 17.10.2011



A journey within music and poetry. 
Amore e Carne born from the meeting of two great artists: Alexander Balanescu and his violin by one side and Pippo Delbono and his voice by the other. The Romanian artist is a great musician, he is now a world’s citizen. He is the leader of his quartet and in this show he will meet verse by poets and high-brows of the past century such as Paolo Pasolini, Arthur Rimbaud, Walt Whitman and Thomas Stern Eliot, declaimed on stage by Delbono. 

This concert is my meeting with my violin, the violin my father used to play in the evening, when he came back home. The violin one day he sold. The violin I have not heard playing any more. The violin that belongs to an assumed family tie that I have with Nicolò Paganini. Devil’s violinist. When I heard Alexander Balanescu playing violin, I heard inside him that notes were coming out like soul’s screams. I heard again those notes that did not made me sleep when I was a child. And I heard inside him the poem of many other lives, of the pride of a people, the poem of a bitter-sweet land: Rumania. 
Voice and violin came closer mixing themselves with the words of Pasolini, Rimbaud, Whitman, Eliot to find those secret, maybe magic, wires which put together people and stories, despite all differences, beyond nations, beyond languages, beyond being here and alive, beyond being already passed away. Who knows, maybe music is that secret tale that gives harmony and links things together. 


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Art'O - Dopo la Battaglia - Pippo Delbono & Alexander Balanescu (immagine Stefano Ricci)


Lo spettacolo di Delbono intitolato Dopo la battaglia, con la straordinaria partecipazione del violinista Alexander Balanescu, è semplicemente meraviglioso.

Approfondimento: recensione di Dopo la battaglia su Art'O

Corso di Filosofia Politica -Programma Primo semestre 2011


07-11-2011
Individuo/comunità

Rita Biancheri Università di Pisa
21-11-2011
Sviluppo/decrescita

Guido Viale Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
05-12-2011
Proprietà/beni comuni

Alberto Lucarelli 
Università di Napoli Federico II, assessore ai Beni Comuni del Comune di Napoli
19-12-2011
Welfare State/welfare community

Emmanuele Pavolini Università di Macerata
16-1-2012
Democrazia rappresentativa/democrazia partecipativa

Luigi Bobbio Università di Torino
30-1-2012
Urbanità/ruralità

Antonio Parisella
Università di Parma, vicepresidente Istituto Nazionale di Sociologia Rurale
13-2-2012
Uguaglianza/differenza

Danilo Zolo Università di Firenze

Orario: 17,30-19,30
Sede del Corso: Università di Reggio Emilia, Ex-Caserma Zucchi, Viale A. Allegri, 9 Reggio Emilia • aula 7, 2° piano

La Libera Università Popolare (LUP) è un progetto di formazione permanente fondato sui valori alternativi di una cultura critica capace di fornire strumenti utili di comprensione di un mondo in profonda e complessa trasformazione, al di là del pensiero unico oggi dominante divulgato da gran parte dei mass media.
La LUP proporrà annualmente due cicli di corsi monografici a cadenza quindicinale per ciascun semestre, invitando relatori di chiara fama sulle tematiche scelte e adottando una prospettiva interdisciplinare in grado di cogliere le molteplici sfaccettature di ciascun tema proposto. Ogni lezione avrà la durata di 2 ore, di cui la prima dedicata all’esposizione del relatore e la seconda alla discussione plenaria. Saranno distribuiti materiali bibliografici e di approfondimento e sarà possibile attivare gruppi di studio.
I
l corso di Filosofia Politica del I semestre si propone di approfondire e ripensare alcuni dei nodi critici che hanno attraversato il pensiero politico contemporaneo secondo una struttura non più semplicemente di evoluzione lineare ma dia-logica, nel tentativo di cogliere la sfida della complessità sociale



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