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Roma, 20 dicembre 2011: CESARE PIETROIUSTI. DISPERDERE AD ARTE by Rosa Tinnirello @ Arskey



Chi l'ha detto che per essere artisti sia necessario essere anche autori? Creare un opera, magari unica e irripetibile, può essere ancora il contrassegno dell’arte? C’è chi non la pensa così come l’artista Cesare Pietroiusti, promotore dell’evento ‘Dispersione/Disseminazione nello studio di Cesare Pietroiusti’, a cura di Paola Bommarito, Massimiliano Di Franca e Rossana Macaluso.

Cesare Pietroiusti, medico psichiatra, ispirandosi in maniera indipendente al concettuale statunitense, ha sempre cercato ove altri non si sono addentrati, ossia nei mondi inesplorati delle cose che non sembrano necessarie o addirittura utili all’arte. Nei ‘Pensieri non Funzionali’ l’artista trova un senso entro il paradosso, sempre fuori dal comune sentire. Pietroiusti consiglia: ‘Fonda una galleria d’arte che vende soltanto opere immateriali’. Così nell’asta del 20 dicembre scorso, un evento giocosamente immateriale, dove ad essere dispersi e poi disseminati sono gli oggetti d’affezione dell’artista. Si tratta di qualcosa che rimanda alla sfera del ricordo e del sentimento, più che al valore dell’oggetto. 

Una macchina da scrivere lettera 22 dell’Olivetti; una cartolina del 1981 inviata all’artista dalla donna che ha amato per tanti anni; un barattolo contenente il residuo della performance di Francesco Careri sul tema delle feci; una penna Pelikan; una maglietta ideata dall’artista per un festival di poesia a Rotterdam; una mappa di Roma del 1903 con gli appunti del viaggiatore viennese che l’ha posseduta; il libro ‘Millepiani, capitalismo e schizofrenia’ di Deleuze e Guattari con gli appunti dell’artista. L’intento dell’evento è quello di disperdere ovvero di mostrare come qualcosa può cambiare luogo, proprietario e uso nell’atto del disseminare, cioè di far perdere le tracce dell’oggetto per stravolgerne il senso.






Sul sito http://www.dispersione-disseminazione.com/ prima dell’evento il pubblico ha potuto fare una proposta di scambio all’artista, rispettando delle regole. La proposta poteva consistere in un oggetto coerente cioè avere una relazione con l'oggetto che l’artista dava in cambio oppure in una proposta esperienziale ovvero un’idea, una sensazione, un’azione da condividere con l’artista; infine in una nuova collocazionetemporanea ovvero in un nuovo spazio per accogliere l'oggetto d'affezione dell’artista.Le proposte sono state molteplici e interessanti ma Cesare Pietroiusti per il momento ne ha presa in considerazione soltanto una per ciascun oggetto. La Olivetti lettera 22 verrà esposta ad una mostra d’arte, il libro di Deleuze sarà studiato e le riflessioni tratte dalla lettura saranno regalate all’artista, la penna servirà per raccogliere in un quaderno i pensieri di alcuni passanti casuali, la cartolina ispirerà un’opera d’arte, la maglietta sarà visibile in una mostra itinerante.

L’arte contemporanea ha svelato chiaramente l’impossibilità di dare un significato univoco all’opera d’arte e alla fruizione estetica. Per tale ragione ogni oggetto disseminato nell’evento Dispersione/Disseminazione acquisterà una diversa dimensione del reale ma, come direbbe Deleuze, lo farà ‘senza incidere effettivamente sulla sua trasformazione’. 



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