24.3.12

"Napoleone", rivive il kolossal leggendario - Giuseppe Culicchia @ La Stampa, 23 Marzo 2012





Domani (24 marzo 2012) in Usa (Oakland, California) l'edizione restaurata del capolavoro di Gance a cura del critico Brownlow che se ne innamorò da ragazzino.


A Napoleone ho dato l’anima, il cuore, la vita, la salute». Queste parole non appartengono a un granatiere della Vecchia Guardia reduce da Waterloo, e neppure al maresciallo Ney o al generale Cambronne. A pronunciarle fu Abel Gance, morto nel 1981 alla bell’età di novantadue anni nella città dov’era nato, Parigi, dopo una vita interamente consacrata al cinema. Regista d’avanguardia ma anche attore, sceneggiatore, montatore e produttore, Abel Gance si era unito ai pionieri della settima arte fin dal 1909, appena ventenne, ma già a quattordici anni aveva lasciato la scuola per fare teatro: da qualche parte dentro di sé, doveva già coltivare l’ossessione per il suo personalissimo Napoleone.

La prima del leggendario kolossal dedicato all’Empereur, che dal 24 marzo al 1° aprile prossimi verrà proiettato a Oakland nella versione di cinque ore e mezza restaurata da Kevin Brownlow e che nelle intenzioni di Abel Gance doveva essere il segmento iniziale di ben sei film sulla vita di Bonaparte, fu un trionfo malgrado la durata della pellicola, ed entusiasmò gli spettatori convenuti al Palais Garnier di Parigi il 7 aprile del 1927. Nel corso delle riprese, durate due anni, Gance si era inventato di tutto. A cominciare dalla scena iniziale, una battaglia a colpi di palle di neve girata in parte con una camera a mano e in parte con la cinepresa fatta scorrere su un filo, così da ricalcare la traiettoria dei proiettili scagliati dagli attori. In altre sequenze il regista aveva fatto legare la cinepresa a un cavallo, o l’aveva fatta oscillare come un pendolo. Ma non solo. Perché oltre al montaggio inusuale, il film prevedeva un finale in Polivisione: anticipando di una trentina d’anni il cinemascope, Gance lo aveva girato in modo da poter essere proiettato contemporaneamente su tre schermi, così da ampliare l’angolo di visione degli spettatori e mostrare nello stesso istante ben tre sequenze diverse, che negli ultimi fotogrammi si coloravano di blu, bianco e rosso in omaggio al tricolore. Nonostante il successo della prima, il Napoleone di Gance non ebbe tuttavia fortuna. Vuoi per l’impossibilità di proiettarlo nella sua interezza in sale che oltretutto non disponevano del triplice schermo, vuoi per l’uscita della pellicola Il cantante di Jazz , che interpretata da Al Jolson segnò l’avvento del sonoro. Così, Abel Gance realizzò altri lungometraggi, tra cui quelli dedicati a Cesare Borgia, a Maria Tudor e a Napoleone ad Austerlitz, ma non trovò mai i soldi necessari per i rimanenti cinque film sulla vita dell’Imperatore. E il suo Napoleone diventò un mito destinato ad affascinare generazioni di cinephiles e addetti ai lavori.

La versione che a ottantacinque anni dalla prima parigina verrà proiettata nei prossimi giorni al Paramount Theatre di Oakland, California, con l’accompagnamento dei 48 elementi della Oakland East Bay Symphony Orchestra diretti da Carl Davis, è più o meno la venticinquesima fatta circolare dal 1927 a oggi, e con le sue cinque ore e mezza si annuncia come la più fedele all’originale. La storia del ritrovamento da parte di Kevin Brownlow sembra una favola: ancora ragazzino, il futuro storico del cinema trovò in un mercato delle pulci due pizze del film, e da quel giorno il Napoleone di Gance diventò la sua ossessione.

Fu Brownlow a proiettare al pubblico del Telluride Film Festival la prima edizione restaurata della pellicola: era il 31 agosto del 1979, e un Abel Gance ormai novantenne sedeva tra gli spettatori. Francis Ford Coppola, fresco reduce da un altro film-monstre come Apocalypse Now e a sua volta stregato dal mito, volle produrre con la sua American Zoetrope un nuovo e più ampio restauro sempre a cura di Brownlow, proiettandolo al Radio City Music Hall di New York il 23 gennaio 1981. Suo padre Carmine diresse l’orchestra, ma questa volta Abel Gance non c’era: impossibilitato a muoversi da Parigi, potè ascoltare in diretta telefonica l’uragano di applausi tributato dal pubblico newyorkese al suo capolavoro incompiuto. Successivi ulteriori restauri portarono la pellicola al Barbican Centre di Londra nel 1983, e il ritrovamento di trentacinque minuti di girato presso la Cinémathèque Française diedero luogo alla prémiere parigina del 2000, colorata dalla Pathé. La proiezione alla Royal Festival Hall di Londra, nel dicembre 2004, diede origine a dispute legali tra Brownlow e Coppola a causa del mancato utilizzo della colonna sonora composta dal padre di questi. L’ultima proiezione coppoliana del Napoleone di Gance in (quasi) tutta la sua gloria risale al 14 luglio 2007, data in cui il cineasta americano, pur disponendo di un solo schermo, volle celebrare così la presa della Bastiglia al Los Angeles County Museum of Art. Non sappiamo se per quella di Oakland siano già stati allertati gli avvocati. Il solo vero delitto sarebbe impedirla.




Read more on La Stampa website