1.4.12

Karl Marx - Grundrisse - Manifestolibri, It, 2012



Tradotti in italiano per la prima volta all'inizio degli anni Settanta, da decenni ormai introvabili, i "Grundrisse" costituiscono l'opera più inquieta e anticipatrice, nonché controversa, dell'autore del "Capitale". Un grande classico e al tempo stesso un testo che col passare del tempo sembra acquistare impreviste dimensioni di attualità. Primo geniale abbozzo della critica di Marx all'economia politica, i "Grundrisse" (1857-1858) costituiscono il laboratorio più avanzato e avventuroso del pensiero marxiano. Un'opera aperta che coglie sul nascere le tendenze e le dinamiche dello sviluppo capitalistico, e che per la prima volta prende in esame le rivoluzionarie conseguenze dell'applicazione della scienza alla produzione. E al tempo stesso polemizza con le visioni semplificate e consolatorie del socialismo, affacciandosi oltre l'orizzonte della sua epoca. Prefazione di Terrell Carver. Introduzione di Marcello Musto.



Marcello Musto: 
Diffusione e recezione dei Grundrisse nel mondo. Un contributo alla storia dei marxismi


1. 1858-1953: cent’anni di solitudine


Tralasciati nel maggio del 1858 per fare posto alla stesura di Per la critica dell’economia politica, dopo essere stati adoperati per la redazione di questo testo, i Grundrisse non furono quasi piu` riutilizzati da Marx. Nonostante fosse sua consuetudine richiamarsi agli studi precedentemente svolti, trascrivendone talvolta interi passaggi, ad eccezione di quelli del 1861-1863, nessun manoscritto preparatorio de Il capitale contiene, infatti, alcun riferimento a essi. I Grundrisse giacquero tra le tante bozze provvisorie di Marx che, dopo averli redatti, sempre piu` assorbito dalla soluzione di questioni piu` specifiche di quelle che essi racchiudevano, non ebbe dunque piu` modo di servirsene.


Sebbene non vi sia alcuna certezza in proposito, e` probabile che i Grundrisse non siano stati letti dallo stesso Friedrich Engels. Com’è noto, alla morte, Marx era riuscito a completare soltanto il libro primo de Il capitale, e i manoscritti incompiuti dei libri secondo e terzo furono ricostruiti, selezionati e dati alle stampe da Engels. Nel corso della sua attivita` editoriale, quest’ultimo dovette prendere in esame decine di quaderni contenenti abbozzi de Il capitale ed è plausibile ipotizzare che quando, in fase di sistemazione della montagna di carte ereditate, sfogliò i Grundrisse, dovette ritenerli una versione troppo prematura dell’opera dell’amico – precedente persino alla pubblicazione di Per la critica dell’economia politica del 1859 – e, a ragione, inutilizzabile per il suo proposito. D’altronde, Engels non menzionò mai i Grundrisse, nè nelle prefazioni ai due volumi de Il capitale che diede alle stampe, ne ́ in alcuna lettera del suo vasto carteggio.


Dopo la sua morte, gran parte degli originali di Marx venne custodita nell’archivio del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD) di Berlino, ma fu trattata con la massima negligenza. I conflitti politici in seno alla Socialdemocrazia impedirono la pubblicazione dei rilevanti e voluminosi inediti di Marx e pro- dussero anche la dispersione dei suoi manoscritti, cosı` da compromettere, per lungo tempo, la possibilita` di un’edizione completa delle sue opere. Nessuno, inoltre, si occupo` di stilare un elenco del lascito intellettuale di Marx e i Grundrisse restarono sepolti assieme alle altre sue carte.
L’unico brano dato alle stampe durante quel periodo fu l’Introduzione. Essa fu pubblicata nel 1903, sulla rivista Die Neue Zeit, da Karl Kautsky, il quale nella breve nota che accompagno` il testo, la presentò come un «abbozzo frammentario» datato 23 agosto 1857.

Kautsky sostenne che si trattava dell’introduzione dell’opera principale di Marx e, per questo motivo, le diede il titolo di Einleitung zu einer Kritik der politischen O ̈konomie (Introduzione a una critica dell’economia politica). Aggiunse inoltre che: «nonostante il suo carattere frammentario, anche il presente lavoro offre una grande quantita` di nuovi punti di vista». Intorno a essa, infatti, si manifestò un notevole interesse.
Tradotta, inizialmente, in francese (1903) e inglese (1904), prese a circolare rapidamente dopo che Kautsky l’ebbe pubblicata, nel 1907, in appendice a Per la critica dell’economia politica e apparve anche in russo (1922), giapponese (1926), greco (1927), cinese (1930), fino a divenire poi uno degli scritti piu` commentati dell’intera produzione teorica di Marx.  

Nonostante la fortuna dell’Introduzione, i Grundrisse rimasero ancora a lungo sconosciuti. E` difficile credere che, insieme con l’Introduzione, Kautsky non abbia ritrovato anche l’intero manoscritto. Egli, comunque, non vi fece mai riferimento e, quando poco dopo decise di pubblicare alcuni inediti di Marx, si concentrò solo su quelli del 1861-63, che diede alle stampe parzialmente, dal 1905 al 1910, con il titolo di Teorie sul plusvalore.


La scoperta dei Grundrisse avvenne, invece, nel 1923 grazie a David Rjazanov, direttore dell’Istituto Marx-Engels (IME) di Mosca e promotore della Marx Engels Gesamtausgabe (MEGA), l’edizione delle opere complete di Marx ed Engels. Dopo aver esaminato il Nachlaß di Berlino, egli rese pubblica l’esistenza dei Grundrisse in una comunicazione sul lascito letterario di Marx ed Engels, tenuta all’Accademia Socialista di Mosca nel 1923:
ho ritrovato tra le carte di Marx altri otto quaderni di studi di economia. [...] Il mano- scritto e` databile alla meta` degli anni Cinquanta e contiene la prima stesura dell’opera di Marx [Il capitale], della quale, al tempo, egli non aveva ancora stabilito il titolo, e che rappresenta [anche] la prima elaborazione del suo scritto Per la critica dell’economia politicaIn quella stessa sede affermò inoltre: «in uno di questi quaderni [...] Kautsky ha trovato l’Introduzione a Per la critica dell’economia politica» e riconobbe al complesso dei manoscritti preparatori de Il capitale «straordinario interesse per conoscere la storia dello sviluppo intellettuale di Marx, cosı` come la peculiarita` del suo metodo di lavoro e di ricerca». 


Grazie all’accordo di collaborazione per la pubblicazione della MEGA, stipulato tra l’IME, l’Istituto per la Ricerca Sociale di Francoforte e lo SPD, detentore del Nachlaß di Marx ed Engels, i Grundrisse furono fotografati assieme a molti altri inediti e gli specialisti di Mosca cominciarono a studiarli su esemplari in copia. Tra il 1925 e il 1927, Pavel Veller, collaboratore dell’IME, catalogò tutti i manoscritti preparatori de Il capitale, il primo dei quali erano proprio i Grundrisse. Sino al 1931, essi furono completamente decifrati e dattilografati e nel 1933 ne fu dato alle stampe, in lingua russa, il Capitolo sul denaro, cui fece seguito, due anni dopo, l’edizione tedesca. Nel 1936, infine, l’Istituto Marx-Engels-Lenin (IMEL), subentrato all’IME, riuscì ad acquistare sei degli otto quaderni dei Grundrisse, circostanza che rese possibile la soluzione dei problemi editoriali ancora irrisolti.

Poco dopo, dunque, i Grundrisse poterono essere finalmente pubblicati: furono l’ultimo importante manoscritto di Marx, per giunta molto esteso e risalente a una delle fasi più feconde della sua elaborazione, reso noto al pubblico. Essi apparvero a Mosca nel 1939, a cura di Veller, che ne scelse il titolo: Grundrisse der Kritik der politischen O ̈konomie (Rohentwurf) 1857-1858. Due anni dopo, seguì la stampa di un’appendice (Anhang), che comprese gli appunti di Marx del 1850-51 dai Principi di economia politica e dell’imposta di David Ricardo, le note su Bastiat e Carey, gli indici sul contenuto dei Grundrisse da lui stesso redatti e, infine, il materiale preparatorio (Urtext) a Per la critica dell’economia politica del 1859. La prefazione al libro del 1939, siglata dall’IMEL, evidenziò decisamente il valore del testo: «il manoscritto del 1857-1858, pubblicato per la prima volta e integralmente in questo volume, costituisce una tappa decisiva dell’opera economica di Marx».


Tuttavia, seppure principi editoriali e formato fossero analoghi, i Grundrisse non furono inclusi tra i volumi della MEGA, ma uscirono, invece, in edizione singola. Inoltre, la loro pubblicazione a ridosso della Seconda Guerra Mondiale fece sì che l’opera restasse praticamente sconosciuta. Le 3.000 copie realizzate divennero presto molto rare e solo pochissime di esse riuscirono a oltrepassare i confini sovietici. Successivamente, i Grundrisse non furono inseriti nella Socinenija (Opere Complete) (1928-47), la prima edizione russa degli scritti di Marx ed Engels e per la loro ristampa in tedesco si dovette attendere sino al 1953. Se desta grande stupore che un testo come i Grundrisse, sicuramente eretico rispetto agli allora indiscutibili canoni del Diamat (Dialekticeskij Materializm - Materialismo Dialettico), sia stato pubblicato durante l’era staliniana, bisogna altresì considerare che essi costituivano lo scritto più rilevante di Marx non ancora diffuso in Germania. 


Così, in occasione della celebrazione del Karl-Marx-Jahr (anno di Karl Marx), che coincideva con il settantesimo anniversario della sua morte e il centotrentacinquesimo della nascita, i Grundrisse furono dati alle stampe a Berlino in 30.000 copie. Redatti nel 1857-1858, essi cominciarono a essere letti e scoperti in tutto il mondo soltanto nel 1953. Dopo cent’anni di solitudine.