27.4.11

La lingua animale. Deleuze attraverso la letteratura - Paolo Vignola


«Lo stile, in un grande scrittore, è sempre anche uno stile di vita, non certo nel senso di qualcosa di personale, ma come invenzione di una possibilità di vita, di un modo di esistenza». Per Deleuze, se la vita attraversa le opere degli scrittori, questo attraversamento non avviene senza sofferenze, lacerazioni e fughe verso la follia. Etica, clinica ed estetica si intrecciano nello stile dello scrittore, ne fanno un medico della civiltà, folle e sintomatologo. La letteratura corrisponde così a un processo di interrogazione politica, dimostrandosi il grimaldello con cui Deleuze sblocca le serrature disciplinari di psicoanalisi, fenomenologia e linguistica.
Il confronto deleuziano con gli scrittori libera la letteratura dagli accademismi e dai formalismi a cui è soggetta; sul sentiero tracciato da questa “selvaggia” critica letteraria si incontra la suggestione della lingua animale, creata dagli scrittori più cari a Deleuze, tra cui Masoch, Melville, Kafka e Artaud. La lingua animale è il divenire della lingua e si esprime al confine tra scrittura e vita, tramite un processo di liberazione della soggettività, come mostrano altri autori di riferimento: James, Fitzgerald, Woolf e Lawrence.
Molti concetti deleuziani hanno un nucleo letterario, per questo motivo il libro si mantiene nel luogo in cui genesi filosofica e creazione letteraria si confrontano o si confondono. In tale luogo, osserviamo gli scrittori sotto la lente deleuziana e leggiamo Deleuze attraverso la letteratura.


(Quodlibet, Macerata, 2011)