26.4.11

Leibniz e il mare (parte seconda)

"Ma essa è suscettibile anche di un'altra interpretazione più radicale, per cui si darebbe una differenza di natura, e non più di grado, tra il chiaro e il distinto, talché il chiaro sarebbe di per sé confuso, e reciprocamente il distinto, di per sé oscuro. Ma che cos'è questo distinto-oscuro che corrisponde al chiaro-confuso? Rifacciamoci al grande testo di Leibniz sul mormorio del mare, dove sono possibili due interpretazioni. O diciamo che l'appercezione del rumore d'insieme è chiara ma confusa (non distinta), in quanto le piccole percezioni componenti non sono in sé chiare ma oscure. Oppure diciamo che le piccole percezioni sono in sé distinte e oscure (non chiare): distinte in quanto colgono rapporti differenziali e singolarità, oscure in quanto non ancora "distinte", non ancora differenziate - e queste singolarità condensandosi determinano una soglia di coscienza in rapporto al nostro corpo, come una soglia di differenziazione, a partire dalla quale le piccole percezioni si attualizzano, ma si attualizzano in un'appercezione che non è a sua volta se non chiara e confusa, chiara in quanto distinta o differenziata, e confusa in quanto chiara."
Gilles Deleuze, Differenza e ripetizione, pg. 276