8.6.11

Variazioni sul Caos (e su Deleuze)


Nato a Parigi nel 1925, intellettuale poliedrico, Deleuze è stato uno dei pensatori più importanti e influenti del XX secolo. Poco apprezzato dalla critica, sia italiana che straniera, il pensiero di Deleuze ha trovato pochissimi riconoscimenti in ambito accademico. Il sistema deleuziano ha perlustrato svariati campi di ricerca, dal cinema alla letteratura, dal teatro alla pittura, dalla psicanalisi alle questioni che riguardano la costituzione della soggettività e del suo divenire. Il filosofo, diceva Deleuze, come il falegname deve smontare, rimontare, mettere insieme, costruire; piuttosto che legno e chiodi, maneggia concetti e pensieri. È grazie a questa mobilità operativa che si rende possibile la creazione di un nuovo concetto.
A partire dalla grande lezione del filosofo francese, un gruppo di giovani studiosi italiani il cui lavoro è stato coordinato da Marco Vozza, direttore della collana di filosofia, ha voluto incontrarsi in vista di un progetto inteso a smantellare in modo sistematico logiche accademiche di studio, spesso troppo appesantite da ruoli definiti e funzioni circoscritte. Nasce così Concetti liguri, una raccolta di scritti che, con cadenza annuale, verranno riproposti in un convegno di studi a Cervo Ligure. Non solo un pensiero, dunque, ma anche un luogo, la Liguria e la Costa Azzurra, tanto amato da Nietzsche che, ricorrendo all’immagine dei concetti liguri, intendeva allontanarsi per sempre dalle nebbie dell’umido nord della filosofia tedesca e della musica di Wagner. Piuttosto che inserirsi all’interno del complesso panorama della letteratura su Deleuze, i contributi presenti nel volume sono il risultato dello sforzo di “formare, di inventare, di fabbricare concetti”, di provare l’ebbrezza della filosofia, stimolati dalla lettura affascinante delle opere di Deleuze.

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