1.11.11

London Cyber Conference 1-2 November 2011


 
No alla censura dei governi e alla limitazione delle libertà sulla rete. L'appello è del ministro degli Esteri britannico William Hague, che aprendo a Londra il convegno internazionale sul cyberspazio, ha messo in guardia i paesi che hanno approvato leggi contro la libera espressione su Internet.
"Noi dobbiamo sperare in un avvenire in cui Internet non sia più soffocato dal controllo degli stati 1e della censura, ma dove prosperino l'innovazione e la competizione e gli investimenti e lo spirito di iniziativa siano ripagati", ha detto Hague davanti ai rappresentanti di 60 paesi, fra i quali anche Russia e Cina (...)

Tratto da Repubblica
La sicurezza dello cyberspazio è il tema in agenda oggi alla conferenza internazionale che vede convergere a Londra ministri, manager e attivisti del Web da tutto il mondo. Alla due giorni londinese ci sono rappresentanti provenienti dagli Stati Unitie dallaRussia, dall’India e dalla Cina, con personalità della Rete come Jimmy Wales di Wikipedia o Joanna Shields di Facebook (tra gli speaker da tutto il mondo nessuno è italiano). La finalità sulla carta è di trovare soluzioni concrete e durature nel tempo per limitare i danni delle minacce e della criminalità online senza però limitare le opportunità economiche offerte da Internet né la libertà d’espressione sulla Rete. “Rendere sicuro lo spazio virtuale della Rete per le generazioni a venire è una delle più grandi sfide che stiamo affrontando in questi tempi”, chiosa William Hague responsabile del Foreign Office inglese. (...)
Tratto da Corriere della Sera

The UK has issued a direct challenge to China and Russia over regulation of the internet, with William Hague insisting that cyberspace must not be "stifled by government control or censorship".
In a strongly worded opening address to an international conference hosted in London, the foreign secretary told delegates that the internet "must remain open and not become ghettoised" – rebuffing the notion that new international treaties were needed to police online activity.
"Nothing would be more fatal or self-defeating than the heavy hand of state control on the internet, which only thrives because of the talent of individuals and of industry within an open market for ideas and innovation," he said. (...)Read more on The Guardian

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