18 NOVEMBRE - 03 DICEMBRE 2011
[l'intervista è in inglese - interview in English]
Omer_Fast_Talk_Show_Interview.mp3
the event cannot be considered apart from its representations...the eventhood is not defined by occurrence in time but instead by the production of unpredictable effects that contaminate or even constitute the experience of the event itself.... -Andrew Stafan Weiner, Pretext: the evidence of the event
with regards to improvisation in this piece 'Talk Show', of course we are dealing with a real person's life and there is fairly a big ethical issue involved in making a piece like that. I thought that first of all the notion that improvisation is essential to the story has a great deal to do with offsetting the power and the kind of exploitation that is involved in this piece: it is obvious that actors don't know the story and that they have to think really on the spot, in front of the audience, the fact that they have the power to change the story and the fact that they have to reinterpret someone'life and might do quite a nasty job in reinterpreting the story in a way that ethically is unaccettable; at least the notion that they have to improvise that they are in the spot, offset some of their power or at least makes it more trasparent. So in terms of dynamics in the piece the idea that they are improvising is essential to making the piece more trasparent and more complicated in terms of dynamics of power. - Omer Fast
Talk Show è la documentazione video della performance omonima commissionata da e presentata a Performa 2009, all'Abrons Art Center di New York.
Nello studio fittizio di un familiare qualsiasi talk show televisivo, l'ospite Lisa Ramaci, vedova del giornalista americano Steven Vincent, racconta la tragica storia che portò al sequestro e all'omicidio del marito durante la guerra in Iraq nel 2005. Sei attori si susseguono sullo stesso palco raccontandosi a vicenda - come in una sequenza de 'il telefono senza fili' - la medesima ma mai uguale storia di Lisa. Di versione in versione la vicenda viene modificata, alcune informazioni perse, altre aggiunte, fino all'ultimo passaggio che segna la riconsegna della storia stessa a colei che per prima l'ha raccontata; dalle tragiche note iniziali la storia assume una piega quasi grottesca.
Con Omer Fast abbiamo parlato di 'Talk Show' a partire dai concetti di empatia e potere, dagli attacchi formali ai diversi ruoli inscenati (pubblico, testimone, attore), dalle possibile uscite narrative alla ripetizione attraverso l'improvvisazione e la conseguente perdita di informazione, dall'impossibilità di raggiungere un grado univoco di oggettiva nel racconto di una storia.
L'intervista è stata realizzata in occasione della proiezione di 'Talk Show' ai Cantieri Goldonetta di Firenze, evento inaugurale del nuovo programma espositivo Mobiles de Lo Schermo dell'Arte Film Festival.
'Talk Show' sarà visibile fino al 3 dicembre, ogni pomeriggio alle 15:00, 16:30 e 18:00.
(Talk Show è stato commissionato nel 2009 da Performa e co-prodotto dal Art Contemporary Israeli Art Fund, Edith Russ House for Media Art di Oldemburg e dal Goethe Institute).
the event cannot be considered apart from its representations...the eventhood is not defined by occurrence in time but instead by the production of unpredictable effects that contaminate or even constitute the experience of the event itself.... -Andrew Stafan Weiner, Pretext: the evidence of the event
with regards to improvisation in this piece 'Talk Show', of course we are dealing with a real person's life and there is fairly a big ethical issue involved in making a piece like that. I thought that first of all the notion that improvisation is essential to the story has a great deal to do with offsetting the power and the kind of exploitation that is involved in this piece: it is obvious that actors don't know the story and that they have to think really on the spot, in front of the audience, the fact that they have the power to change the story and the fact that they have to reinterpret someone'life and might do quite a nasty job in reinterpreting the story in a way that ethically is unaccettable; at least the notion that they have to improvise that they are in the spot, offset some of their power or at least makes it more trasparent. So in terms of dynamics in the piece the idea that they are improvising is essential to making the piece more trasparent and more complicated in terms of dynamics of power. - Omer Fast
Talk Show è la documentazione video della performance omonima commissionata da e presentata a Performa 2009, all'Abrons Art Center di New York.
Nello studio fittizio di un familiare qualsiasi talk show televisivo, l'ospite Lisa Ramaci, vedova del giornalista americano Steven Vincent, racconta la tragica storia che portò al sequestro e all'omicidio del marito durante la guerra in Iraq nel 2005. Sei attori si susseguono sullo stesso palco raccontandosi a vicenda - come in una sequenza de 'il telefono senza fili' - la medesima ma mai uguale storia di Lisa. Di versione in versione la vicenda viene modificata, alcune informazioni perse, altre aggiunte, fino all'ultimo passaggio che segna la riconsegna della storia stessa a colei che per prima l'ha raccontata; dalle tragiche note iniziali la storia assume una piega quasi grottesca.
Con Omer Fast abbiamo parlato di 'Talk Show' a partire dai concetti di empatia e potere, dagli attacchi formali ai diversi ruoli inscenati (pubblico, testimone, attore), dalle possibile uscite narrative alla ripetizione attraverso l'improvvisazione e la conseguente perdita di informazione, dall'impossibilità di raggiungere un grado univoco di oggettiva nel racconto di una storia.
L'intervista è stata realizzata in occasione della proiezione di 'Talk Show' ai Cantieri Goldonetta di Firenze, evento inaugurale del nuovo programma espositivo Mobiles de Lo Schermo dell'Arte Film Festival.
'Talk Show' sarà visibile fino al 3 dicembre, ogni pomeriggio alle 15:00, 16:30 e 18:00.
(Talk Show è stato commissionato nel 2009 da Performa e co-prodotto dal Art Contemporary Israeli Art Fund, Edith Russ House for Media Art di Oldemburg e dal Goethe Institute).