L'orecchio del sabato:
Figure sonore in polifonia
Claude Debussy, Préludes (1909) Images (1905) Luca Poppi, pianoforte.
H. 17.30 - Biblioteca "A. Gentilucci" - Via Dante Alighieri n.11 - Reggio Emilia
Istituto Superiore di Studi Musicali "Achille Peri" di Reggio Emilia
L'accostamento di Debussy alla pittura riguarda gli aspetti inerenti la costruzione della sua musica, il cui rigore è dissimulato dalla raffinata bellezza del suono.
Come alle opere dei pittori impressionisti preesiste una teoria psicologica della visibilità, del valore della luce e una tecnica del plein air, così alle composizioni di Debussy preesiste una teoria armonica, che lo spinge lontano, ben dentro il Novecento. Egli fu il primo a dare al suono isolato o al gruppo di suoni un'importanza pari a quella della melodia, dell'armonia e del ritmo e l'attenzione per la “messa a punto sonora” pervade a tal punto il suo pensiero musicale da concepire la composizione come costituita da cellule sonore autonome e la forma come accostamento di tasselli di colore. Ciò si traduce in una sorta di fenomenologia dell’immediato: un moto di particelle sonore che non suggerisce l’idea del divenire ma sfuma in un susseguirsi di flussi istantanei o, per dirla con Vladimir Jankélévitch, in “pozze di durata abbastanza simile alle acque stagnanti”.
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