Monica Boni Bach, i cubisti e gli altri per una rappresentazione della polifonia Johann Sebastian Bach Das wohltemperierte Klavier, v. 2: Preludio e Fuga n. 2 in do minore BWV 871 Die Kunst der Fuge, BWV 1080: Contrapunctus 2 Französische Suiten -n.2BWV813:Airindominore - n. 4 BWV 815: Air in mi bemolle maggiore Trio Sonata in sol magg. per due flauti e basso continuo BWV 1039: Adagio, Allegro ma non presto
Johann Joachim Quantz, Trio Sonata in do maggiore per flauto dolce contralto, traverso e basso continuo: Affettuoso, Fuga alla breve
Pietro Mareggini, flauto di voce e flauto dolce contralto Patrizia Filippi, traversiere Ioana Carausu, clavicembalo
Nei molteplici papier collés realizzati dai cubisti ricorre abbastanza frequentemente un omaggio a Bach, quasi a sottolineare la necessità di percepire lo spazio visivo come uno spazio musicale. Robert Delaunay, con lucida intelligenza e col raziona- lismo metafisico proprio dei cubisti, paragona il dinamismo della sua pittura alla musica e in particolare “il verbo-colore, la forma-colore, la profondità verso il più grande realismo creato e vivo, un realismo umano, [...] alla prima emozione mu- sicale suscitata da Bach e dalle sue fughe, frasi di colore. Le fratture delle forme attraverso il colore creano piani colorati: ora questi piani costituiscono la struttura del quadro e la natura non è più soggetto di descrizione, ma pretesto, evocazione poetica di espressione mediante piani coordinati che si ordinano attraverso i contra- sti simultanei.” Mentre le ricerche del cubismo pittorico trovano un riscontro nelle parallele conquiste musicali della politonalità e della polimodalità, Paul Klee dà vita alle sue “creazioni polifoniche” con le quali si prefigge di trascrivere in pittura alcune battute delle composizioni di Bach.
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