(Gli apostoli di Toni Negri - particolare - dipinto anonimo del XXI secolo)
(...) Da punti di vista diversi, o perfino diametralmente opposti, De Mauro, Howard Bloch, gli apostoli di Toni Negri e, in un contesto filosoficamente assai più raffinato, Citton perseguono in realtà strategie convergenti: volte a preservare uno spazio alla letteratura e alla filosofia all’interno di una logica utilitaristica. Si inseriscono cioè – più o meno inconsapevolmente – in quel filone di studi umanistici “post-critici”, le cui basi teoriche sono state gettate, fra gli altri, da Bruno Latour, partendo dalla constatazione di un paradosso insostenibile, discusso da Yves Citton in un altro libro sulle sorti dei saperi umanistici (molto più importante di quello di Nussbaum e per ora non tradotto in italiano: il che aprirebbe un discorso sulle strategie di mercato degli editori italiani: anche di quelli, come il Mulino, capaci in genere di garantire un livello di qualità elevato), L’avenir des humanités. Économie de la connaissance ou cultures de l’interprétation (La Découverte, Paris 2010): e cioè dalla constatazione della «schizofrenia di un’intera generazione di professori universitari nutriti di Bourdieu, Foucault e Deleuze che tentano […] di condurre una critica radicale della disciplinarità accademica a partire dalla posizione altamente istituzionalizzata e disciplinare di una cattedra accademica». Con il risultato «paradossale» di produrre «studi umanistici critici che acquistano in seno alle università una posizione maggioritaria che gli permette di promuovere un certo antiumanesimo».
Read more: Leparoleelecose.it (estratto parziale dell'articolo di Pierluigi Pellini)