(Gli apostoli di Toni Negri - particolare - dipinto anonimo del XXI secolo)
(...) Da punti di vista diversi, o perfino diametralmente opposti, De Mauro, Howard Bloch, gli apostoli di Toni Negri e, in un contesto filosoficamente assai più raffinato, Citton perseguono in realtà strategie convergenti: volte a preservare uno spazio alla letteratura e alla filosofia all’interno di una logica utilitaristica. Si inseriscono cioè – più o meno inconsapevolmente – in quel filone di studi umanistici “post-critici”, le cui basi teoriche sono state gettate, fra gli altri, da Bruno Latour, partendo dalla constatazione di un paradosso insostenibile, discusso da Yves Citton in un altro libro sulle sorti dei saperi umanistici (molto più importante di quello di Nussbaum e per ora non tradotto in italiano: il che aprirebbe un discorso sulle strategie di mercato degli editori italiani: anche di quelli, come il Mulino, capaci in genere di garantire un livello di qualità elevato), L’avenir des humanités. Économie de la connaissance ou cultures de l’interprétation (La Découverte, Paris 2010): e cioè dalla constatazione della «schizofrenia di un’intera generazione di professori universitari nutriti di Bourdieu, Foucault e Deleuze che tentano […] di condurre una critica radicale della disciplinarità accademica a partire dalla posizione altamente istituzionalizzata e disciplinare di una cattedra accademica». Con il risultato «paradossale» di produrre «studi umanistici critici che acquistano in seno alle università una posizione maggioritaria che gli permette di promuovere un certo antiumanesimo».
Read more: Leparoleelecose.it (estratto parziale dell'articolo di Pierluigi Pellini)
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31.10.11
Primi refoli d'inverno (prima parte) - Ciarpame intellettuale e marxisti ratzingeriani
(...) In un suo libro come sempre graffiante, che sta per uscire in Italia per i tipi diLindau, “Del buon uso del pessimismo”, il filosofo inglese Roger Scruton dedica alla “maoista” Julia Kristeva e ad altri maestri del ‘68 – tra i quali Philippe Sollers che è suo marito – righe di questo tenore:
“Sulla scia di Althusser un fiume di linguaggio pomposo fluì dal ventre della storia, che all’epoca si trovava nella rivista di sinistra ‘Tel Quel’. Questa rivista pubblicava saggi di Derrida, Kristeva, Sollers, Deleuze, Guattari e un altro migliaio di autori, tutti creatori di ciarpame intellettuale, del quale si capiva chiaramente solo un aspetto, vale a dire la sua qualità di ’sovversione’ rivoluzionaria. Il loro stile vaticinante, in cui le parole vengono scagliate come incantesimi piuttosto che utilizzate come argomentazioni, ispirarono innumerevoli imitatori nelle facoltà umanistiche di tutto il mondo occidentale. [...] Scrittori come Derrida, Kristeva e i loro successori più recenti come Luce Irigaray e Hélène Cixous dovrebbe essere letti semplicemente come militanti di sinistra. E le loro sciocchezze, riportate nelle note e nelle bibliografie di migliaia di riviste accademiche – fra le quali la più importante è la ‘Modern Language Review’ – sono state depositate in quantità degne di Augia su ogni possibile spazio disponibile dei programmi di studi. Il risultato di questo sforzo concertato di rendere inespugnabile la posizione di sinistra è stato un disastro intellettuale, paragonabile all’incendio della biblioteca di Alessandria, o alla chiusura delle scuole della Grecia”.
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