2.3.12

Roberto Esposito - Pensiero vivente - Einaudi, It, 2010



Nata fuori da un orizzonte nazionale ed eterogenea rispetto ai paradigmi canonici della ragione moderna, la filosofia italiana sembra oggi godere di una fortuna crescente al di fuori dei propri confini
Diversamente da altre culture filosofiche, caratterizzate dall'indagine sul soggetto o dalla teoria della conoscenza, dall'analisi del linguaggio o dalla decostruzione ermeneutica, essa appare fin dall'inizio estroflessa sul suo esterno, esposta ai conflitti e ai traumi dell'esperienza mondana. Al suo centro, eccedente rispetto a ogni definizione presupposta, si dispiega la categoria di vita, in una relazione sempre tesa e problematica con quelle di politica e di storia. È proprio questa materia densa e opaca, difficilmente riducibile all'ordine formale della rappresentazione, a spingere il pensiero italiano in una sintonia profonda con i tratti costitutivi del nostro tempo. Antagonismo e immanenza, origine e attualità, comunità e biopolitica, interrogate nella loro genesi concettuale e impresse nel cuore della contemporaneità, sono le polarità intorno alle quali, in un confronto serrato con i maggiori filosofi italiani, si snoda il percorso teoretico originale e avvincente di uno dei protagonisti del dibattito filosofico contemporaneo.


Roberto Esposito insegna Filosofia teoretica a Napoli. Tra le sue opere: Categorie dell'impolitico (1988); Nove pensieri sulla politica (1993); L'origine della politica. Hannah Arendt o Simone Weil (1996). Per Einaudi ha curato una raccolta di saggi di Leo Strauss Gerusalemme ed Atene (1998) e ha scritto Communitas. Origine e destino della comunità (1998 e 2006), Immunitas. Protezione e negazione della vita (2002), Bíos (2004) , Terza persona (2007) e Pensiero vivente. Origine e attualità della filosofia italiana (2010).