23.6.12

Jacques Rancière - Il disaccordo (Meltemi, Ita, 2007) - La mésentente (Galilée, Fr, 1995) - Disagreement. Politics and Philosophy (University of Minnesota Press, Usa, 2004)





La filosofia politica esiste? Una domanda simile sembrerebbe inopportuna: innanzitutto perché la riflessione sulla comunità, sulla legge e sul suo fondamento si trova all’origine della nostra tradizione filosofica, e non ha mai smesso di animarla; e poi perché, da qualche tempo, la filosofia politica va affermando a gran voce il suo ritorno. Ma questa filosofia politica “ritrovata” non sembra affatto spingere la sua riflessione al di là di ciò che gli amministratori dello Stato possono argomentare sulla democrazia e sulla legge, sul diritto e sullo Stato di diritto. In sostanza, tutto quello che sembra in grado di garantire è la comunicazione tra le dottrine classiche e le ordinarie forme di legittimazione degli Stati democratico-liberali. L’espressione “filosofia politica”, sostiene Jacques Rancière, non definisce un ambito specifico della filosofia. Piuttosto, designa il terreno di un incontro polemico in cui si manifesta il vero paradosso della politica: l’essere priva di un fondamento autonomo. C’è politica solo perché nessun ordine sociale è fondato in natura e nessuna legge divina può mettere ordine nelle società umane. Questa è la lezione offerta da Platone. La politica nasce infatti nel momento storico in cui il popolo mette in crisi l’ordine naturale del dominio e include nella legge il principio di uguaglianza. Ma è intorno a questa uguaglianza che matura il dissenso. In cosa vi è o non vi è uguaglianza? E tra chi e chi? È qui, su questa logica del disaccordo, lontana tanto dalla discussione consensuale quanto dal torto assoluto, che si forma la filosofia politica: essa inizia nel momento in cui la filosofia accoglie la difficoltà, l’aporia, o il disagio della politica, inizia con il ripudio platonico dell’apparenza, del disinganno e delle controversie caratteristiche della democrazia, e la rivendicazione di una politica “fondata sulla verità”. Bisognerà allora chiedersi quali trasformazioni abbia subito il regime della verità dall’archi-politica platonica alla meta-politica marxista, e quali siano stati gli effetti di tali mutamenti sulla pratica politica fino ai nostri giorni.
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Jacques Rancière è professore emerito di Filosofia all’Università di Paris viii (St. Denis). È autore di molte opere di filosofia politica e di estetica, tra le quali ricordiamo La Nuit des prolétaires (1981),Aux bords du politique (1998), Le Partage du sensible (2000),Malaise dans l’esthétique (2004). In Italia sono state tradotte: Le parole della storia (1994), Mallarmé o la politica della sirena (2000),La favola cinematografica (2006).




La mésentente - Galilée Edition (1995, Fr)



PRÉSENTATION (Ré-édition en 2007)


« Le mot de philosophie politique ne désigne aucun genre ou territoire de la philosophie. Il est le nom d’une rencontre polémique où s’exprime le paradoxe de la politique : son absence de fondement propre.
La politique commence quand l’ordre naturel de la domination et la répartition des parts entre les parties de la société sont interrompus par l’apparition d’une partie surnuméraire, le démos, qui identifie la collection des incomptés au tout de la communauté. L’égalité, qui est la condition non politique de la politique, ne fait effet que par le jeu de cette partie litigieuse qui institue la communauté politique comme communauté du litige. À partir de ce mécompte premier s’institue une logique de la mésentente, également éloignée de la discussion consensuelle et du tort absolu.
La “philosophie politique”, elle, commence avec la récusation platonicienne de l’apparence, du mécompte et du litige propres à la démocratie, et la requête d’une politique “en vérité”. On s’interrogera sur les transformations du régime de cette vérité, de l’archipolitique platonicienne à la métapolitique marxienne, et sur leurs effets en retour dans la pratique politique.
De là peuvent se déduire quelques repères pour analyser aujourd’hui la complémentarité de l’idylle consensuelle et du mélodrame humanitaire, tout comme l’équivalence de la “fin” de la politique et de son “retour” ».

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Disagreement

Politics and Philosophy

2004, University of Minneapolis Press

Author:Jacques Ranciére

Translated by Julie Rose


An elegant and surprising exposè of the failings of political philosophy
“Is there any such thing as political philosophy?” So begins this provocative book by one of the foremost figures in Continental thought. Here, Jacques Rancière brings a new and highly useful set of terms to the vexed debate about political effectiveness and “the end of politics.”
What precisely is at stake in the relationship between “philosophy” and the adjective “political”? In Disagreement, Rancière explores the apparent contradiction between these terms and reveals the uneasy meaning of their union in the phrase “political philosophy”—a juncture related to age-old attempts in philosophy to answer Plato’s devaluing of politics as a “democratic egalitarian” process.
According to Rancière, the phrase also expresses the paradox of politics itself: the absence of a proper foundation. Politics, he argues, begins when the “demos” (the “excessive” or unrepresented part of society) seeks to disrupt the order of domination and distribution of goods “naturalized” by police and legal institutions. In addition, the notion of “equality” operates as a game of contestation that constantly substitutes litigation for political action and community. This game, Rancière maintains, operates by a primary logic of “misunderstanding.” In turn, political philosophy has always tried to substitute the “politics of truth” for the politics of appearances.
Jacques Rancière is professor of aesthetics at the University of Paris VIII (St. Denis). He is the author of numerous books in French, three of which have been translated into English: The Nights of Labor (1989), The Ignorant Schoolmaster(1991), and The Names of History (Minnesota, 1994).
Julie Rose is a writer and translator who lives in Australia. She has also translated works by Paul Virilio, including The Art of the Motor (Minnesota, 1995).