14.9.15

Le assiomatiche marxiste e il tonfo empirico della «caduta tendenziale del saggio di profitto» - Parte XV - Recensione del libro "Gli algoritmi del capitale" (curato da Matteo Pasquinelli)


Le assiomatiche marxiste e il tonfo empirico della «caduta tendenziale del saggio di profitto»



Il grappolo di domande deleuziane-guattariane a cui vogliono rispondere gli accelerazionisti sono domande dal futuro, provengono dal futuro - non ultima quella specifica domanda, affatto controversa, su quale processo accelerare tra quelli formulati come possibili dalla coppia di filosofi parigina. Alle quali domande si potrebbe rispondere con altrettante domande, questa volta derridiane, 'Dove andremo domani? Dove va, per esempio, il marxismo? Dove andiamo noi con lui?' (Spettri di Marx, 1994). Perché se escludiamo la 'politica della memoria, dell'eredità e delle generazioni', il futuro della politica accelerazionista, anche nella sua versione influenzata dal post-operaismo, potrebbe rimanere incerto se rimanesse ancorato ad assiomatiche marxiste che mostrano il limite intrinseco del contesto nel quale sono state concepite e limitano in particolare il loro doppio avvenire. Dato che una tale ricostruzione, in particolare sulla caduta tendenziale del saggio di profitto, eccede i compiti prefissati del nostro scritto, ci soffermeremo solo brevemente su quel punto cruciale della tesi n.6 in cui Pasquinelli - giustamente - vede l'equazione marxiana della caduta tendenziale del saggio di profitto come l'individuazione, all'interno del pensiero marxiano, dell'ingranaggio principale del capitalismo industriale. Bisogna intendersi fin da subito, in modo che, ciò che è storia, venga consegnata alla Storia, e ciò che è futuro vivente sia trasportato come un tesoro prezioso nel futuro. L'inefficacia o la problematizzazione del dogma della caduta tendenziale del saggio del profitto, comprendendo in questa inefficacia anche la formula marxiana intesa come motore primo delle ripetute crisi e dei collassi temporali del capitalismo, era già nota ai tempi dell'Anti-Edipo (1972). A noi pare una forzatura troppo 'meccanica' il fatto che la lettura e il riferimento all'accelerazione del processo del crollo capitalista, in Deleuze e Guattari, sia causata dalla resurrezione in toto della celebre formula sulla caduta tendenziale del saggio di profitto. Tale formula, o almeno la sua base epistemica, è osteggiata perfino da economisti contemporanei come Thomas Piketty e da intellettuali marxisti come David Harvey e Michael Heinrich, solo per citarne alcuni tra i tanti. Analisi economiche marxiste che partono dagli stessi dati economici, ma aggregati in modi differenti, arrivano a conclusioni diametralmente opposte: che l'equazione marxiana sia corretta e dunque, utilizzabile, o al suo contrario, sia parzialmente vera e, dunque, inapplicabile e disfunzionale dal punto di vista dell'economia capitalista. L'economia classica accademica, d'altra parte, aveva già superato la formula marxiana nel decennio che si apriva nel 1870, da William Stanley Jevons e la sua 'Teoria dell'economia politica' in poi.  
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(Nota dell'editore: il testo completo si compone di 22 paragrafi che verranno pubblicati giorno per giorno, a partire dal 31 agosto 2015. Il titolo del breve saggio/recensione è Dromologia, bolidismo e accelerazionismo marxista. Frammenti di comunismo tra al-Khwarizmi e Mach)



Picblog: Euthanasia Coaster by Julijonas Urbonas: Challenging the physical and psychological limits of the human body, this speculative design is intended to slowly ascend 1,700 feet into the air before launching passengers down seven loops at a mind-boggling speed of 330 feet per second. The roller coaster aims to give its riders a diverse range of experiences from euphoria to thrill, tunnel vision to a loss of consciousness and, eventually, to the end result: death.